Diario 1941 (J. P. Goebbels)

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Descrizione

J. P. Goebbels

DIARIO 1941

Associazione Thule Italia, settembre 2013

“I Monografici”

Pagine: 248

lingua: italiano

«Ho depositato i miei diari, venti grossi volumi, nella camera blindata sotterranea della Reichsbank. Sono troppo preziosi, perché si possa rischiare che cadano vittime di qualche incursione aerea. Offrono un quadro della mia intera vita e dei nostri tempi. Se il destino mi concederà qualche anno da dedicare a questo compito, intendo pubblicarli nell’interesse delle generazioni future. E potrebbero anche avere una certa utilità per il mondo in generale». 30 marzo 1941 (domenica)

«Parole dure per l’Italia. Gli Italiani non si sono preparati affatto per questa guerra, ma si sono limitati a far andare la bocca. «Otto milioni di baionette». Un concetto; che, in ogni modo, è privo di valore nell’epoca dei carri armati. Oltre a una pessima amministrazione e tanta corruzione. Sotto questo aspetto, il principale colpevole è Ciano. Racconto al Führer qualche fatterello su Ciano ed egli ne rimane profondamente turbato. Ciano è un arrampicatore sociale, che in Italia non gode più di nessun rispetto. È anche stupido, maleducato, senza tatto e insolente. Il Führer critica aspramente il nepotismo». 1° aprile 1941 (martedì)

«Con il Führer. Anche lui ammira particolarmente il coraggio dei Greci. Forse in loro rimane ancora una traccia dell’antica stirpe ellenica. Il Pireo è stato minato. Il Führer proibisce di bombardare Atene. Questo è giusto e nobile da parte sua. Roma e Atene sono le sue città sante. Gli dispiace molto dover combattere contro i Greci. Se gli Inglesi non si fossero insediati là, egli non si sarebbe mai mosso in aiuto degli Italiani. Era affar loro e sarebbe toccato a loro sistemare la faccenda da soli.
Il Führer è un uomo completamente in armonia con l’antichità. Odia il cristianesimo, perché ha mutilato tutto quanto è nobile nell’umanità. Secondo Schopenhauer, il cristianesimo e la sifilide hanno reso l’umanità infelice e prigioniera.
Che differenza tra il benevolo e sorridente Zeus e il Cristo crocifisso e distrutto dal dolore. Anche l’idea di Dio, nei popoli antichi, era molto più nobile e più umana di quella dei cristiani. Quanta diversità tra una tetra cattedrale e un tempio antico, luminoso e arieggiato. Egli descrive la vita nell’antica Roma: trasparenza, grandezza, monumentalità. La repubblica più meravigliosa della storia. Non saremmo delusi, pensa egli, se improvvisamente ci trovassimo trasportati in quest’antica, eterna città.
Il Führer non può stabilire un rapporto con la mentalità gotica. Detesta la malinconia e il cupo misticismo. Vuole chiarezza, luce, bellezza. E questi sono gli ideali di vita del nostro tempo. In tal senso, il Führer è un uomo completamente moderno.
Per lui, il periodo di Augusto è il vertice della storia. E per quanto concerne gli schiavi, la gente che presumibilmente il cristianesimo aveva liberato, era assai meno libera e molto più oppressa che non nell’antica Roma. Che cosa intendiamo per schiavitù? Forse che un membro del proletariato industriale moderno è più libero di uno schiavo, quale era prima che gli Americani abolissero la schiavitù nei loro Stati meridionali? È tutta una questione di preconcetti». 8 aprile 1941 (martedì)

 

 

Informazioni aggiuntive

Peso 0.323 kg
Dimensioni 21 × 15 × 1.2 cm

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