Descrizione
Savitri Devi
ACCUSA ALL’UOMO
Thule Italia Editrice, novembre 2022
Pagine: 204
ISBN: 979-12-80995-08-7
«In questo libro, stato scritto nel 1945-46, trovano espressione le idee che ho avuto per tutta la vita riguardanti gli animali in particolare e la natura vivente in generale, nonché la mia protesta contro il loro spietato sfruttamento da parte dell’uomo: un atteggiamento radicato, in entrambi i casi, in una visione del mondo preminentemente estetica e biocentrica, totalmente opposta a quella utilitaristica e antropocentrica, che è accettata quasi ovunque. È stato ispirato dagli eventi e dall’atmosfera generale degli atroci mesi durante i quali fu scritto, ovvero nei mesi immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale; un tempo durante il quale, anche se si fosse deliberatamente rifiutato – come io feci – di aprire qualunque giornale o rivista, o di sentire qualsiasi propaganda alla radio, non si sarebbe potuto che ascoltare, ovunque si andasse, che racconti, presentati più o meno astutamente, di “crimini contro l’umanità”.
È stato compiuto ogni sforzo, messa in campo ogni competenza, ogni capacità dell’immaginazione per rendere quei racconti quanto più raccapriccianti possibile – più macabri sono, meglio è! – sì da scioccare le “persone per bene” di tutti i paesi “civilizzati” e da “allontanarle” per sempre dal nazionalsocialismo e affini (se affini possano esistere!), e persino per impressionare uomini e donne che fino al 1945 si sono spesso definiti nazionalsocialisti, senza essere consapevoli di tutte le implicazioni di quell’appellativo, e per “rieducarli” – per il bene delle loro anime, e del prossimo loro.
Questi racconti, destinati a mandare il mondo in frantumi, fallirono però nell’impressionare me – almeno nel senso desiderato dai “rieducatori”. Fallirono, innanzitutto, nel cambiare il mio atteggiamento verso il nazionalsocialismo, perché non fui mai una “persona per bene” e poi, in aggiunta, perché non ero una pecora e sapevo esattamente – ho sempre saputo – quel che sostengo e ciò che voglio. Fallirono persino nell’apparirmi “agghiaccianti”.
L’unico effetto sortito dalla propaganda – invece di suscitare in me la minima indignazione contro i presunti “criminali di guerra” – è stato di scatenare il mio odio contro l’ipocrisia e la codardia soggiacenti a ogni atteggiamento antropocentrico; di indurirmi nel mio aspro disprezzo per l’“uomo” in generale; e… di spingermi a scrivere questo libro».