Recensione Wewelsburg

Apparsa su “STORIA IN RETE” settembre 2020

WEWELSBURG. STORIA DI UN NUOVO MONTSALVAT

di EdwigeThibaut

(Trad. di Stefania Labruzzo)

Thule Italia

pp 484, €38,00

Wewelsburg, nella pianura della Vestfalia, al centro della Germania, è un castello realizzato su una fortezza costruita nel XI secolo, chiamata Wifilisburg. La forma attuale fu definita, con costruzioni successive, nel 1604-1607. In seguito fu abbandonato e poi affidato – ne! 1823 – alla chiesa di Paderborn (paese a circa 15 chilometri) che ne utilizzò la parte rimasta integra; l’altra era stata semidistrutta da guerre e da un fulmine che demolì la torre nord. Alcuni vescovi la scelsero anche come propria residenza. Tutto cambiò nel novembre del 1933, quando il capo delle SS, Heinrich Himmler, decise di visitare quel castello di forma triangolare direzionato secondo un peculiare asse Nord-Sud piuttosto che Ovest-Est come la maggior parte dei manieri.

Himmler volle destinarlo alle SS, per creare un luogo che avesse funzione di scuola per i vertici dell’Ordine nero e che contribuisse alla definizione del luogo come leggendario attraverso simboli, raduni, iniziative e veri e propri corsi di studio, rimarcando che nella vicina foresta di Teutoburgo, i Cheruschi, una popolazione germanica, avevano sconfitto le legioni romane di Varo. Questa è la lettura che i vertici delle SS avevano del maniero e del luogo. Da quel momento, per circa dieci anni, il castello fu ripensato, ristrutturato, trasformato per adattarlo alle esigenze di questa «scuola per i vertici delle SS». La storica Edwige Thibaut ricostruisce la storia di questo singolare castello che non fu utilizzato per molto tempo per gli scopi ai quali era stato riadattato, finendo, anche per contenere nei pressi un piccolo campo di concentramento e essere utilizzato come luogo di raccolta, sul finire della guerra, delle popolazioni tedesche che fuggivano dall’Est all’arrivo dei sovietici. Una storia ben più lunga della destinazione ad alta scuola delle SS. Spesso i castelli sommavano scopi difensivi a simbolismi, percorsi iniziatici, utilizzi mai chiariti del tutto. Di certo il castello di Wewelsburg non è stato solo luogo di studio, di ritiro, di meditazione dei vertici SS ma anche luogo dove hanno avuto luogo scontri e combattimenti. Per questo la Sassonia-Vestfalia è stata sempre considerata una «linea di germanicità» molto rilevante, un luogo dove sarebbero vivi l’identità e il genius loci. Un libro che mette insieme aspetti di carattere archeologico, storico ed esoterico. L’ultimo capitolo offre interpretazioni esoteriche sui simboli, sulla posizione del castello che lo fanno figurare come se fosse un luogo che custodisce un sapere ma anche una serie di miti ancora non chiariti del tutto. Ecco perché nel sottotitolo c’è il riferimento a Montsalvat, il castello costruito da Titurel nel «Parsifal» di Wagner, per custodire il Santo Graal. [M.Tr.]