Adolf Hitler. Scritti e Discorsi. 1927

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Descrizione

Adolf Hitler

SCRITTI E DISCORSI. 1927

Thule Italia Editrice, novembre 2023

Pagine: 618

ISBN: 979-12-80995-14-8

Il 1927 fu indubbiamente un anno di svolta per Adolf Hitler e, di conseguenza, per lo NSDAP. Difatti, successivamente alla revoca del divieto di parola in tutta la Germania, eccezion fatta per la Prussia, ecco finalmente il Führer libero di poter esprimere – in assemblee, riunioni e serate di discussione – i concetti fondanti della Weltanschauung nazionalsocialista, eccolo ripetere in ogni occasione la necessità, per una futura rinascita tedesca, del riconoscimento di tre valori essenziali: razza, personalità e spirito combattivo. Solo così sarebbe stato possibile abbattere lo Stato allora fondato sul disconoscimento del sangue comune, sul concetto di maggioranza e sul pacifismo. Principale bersaglio dei suoi strali, oltre naturalmente al marxismo, è la borghesia piuttosto che il proletariato, giacché è proprio nella massa operaia che intravede la sorgente di quella forza necessaria per attuare un mutamento ormai non più procrastinabile delle condizioni allora esistenti. È sempre nel 1927 che Adolf Hitler pone sempre più l’accento sul problema dello “spazio” – necessario al popolo tedesco per poter esistere –, di quello spazio che un anno dopo, nel 1928, troverà espressione nel termine “Lebensraum”. Anno tanto significativo quanto ricco di eventi il 1927, costellato dagli ultimi fuochi delle dispute völkisch e dei primi episodi di insubordinazione da parte della SA, pullulante di voci circa possibili divergenze di vedute tra Joseph Goebbels e Gregor Strasser, e contrassegnato, per passare infine alla politica estera, dalla posizione assunta dal Partito sulla questione sudtirolese, questione che in queste pagine verrà affrontata approfonditamente e cui si legano alcuni significativi riferimenti a Mussolini.

*** Qualche passaggio significativo ***

«Credetemi, se questo Movimento si occupasse dei cosiddetti problemi del giorno, con i quali si destreggiano gli odierni partiti politici, e spingesse le masse alle urne, dicendo: “Noi siamo nazionalsocialisti, determinati e pronti a chiedere l’aumento delle pensioni per gli insegnanti e dei salari per i funzionari pubblici, noi ci battiamo per dei miglioramenti qua e là, e siamo anche pronti a tagliare le tasse del Reich eccetera”, ebbene le persone si allontanerebbero dopo un po’ da un movimento che portasse avanti questo genere di cose. Certi discorsi funzionano solo per breve tempo. E quando accade diversamente ciò può essere spiegato unicamente ricorrendo all’infinita pazienza, come quella da pecore che mostra il nostro popolo quando va alle urne ogni quattro o cinque anni e torna a votare, anche se tutti sanno bene che la situazione nei successivi cinque anni rimarrà esattamente la stessa, che nulla cambierà e che nulla può cambiare».

«Le elezioni si susseguono l’una dopo l’altra. A ogni elezione, il popolo tedesco – di destra o di sinistra – s’incammina pazientemente come un agnello verso le urne, vota e dice a se stesso: ora hai adempiuto al tuo dovere civico. Se questo fosse così semplice come dare un voto! Il dovere civico, invece, richiederebbe un piccolo sforzo in più. Soprattutto, richiederebbe una presa di coscienza».

«Quando una classe ha paura dei grandi del passato, questa è una prova che non ha grandi uomini. … Oggi non ci sono grandi uomini, ma tanti piccoli uomini, che, timorosi di misurarsi con la grandezza del passato, non possono far altro che distruggerne i monumenti. Dimenticano che la storia non si misura iattraverso il bronzo o la pietra, ma con i valori eterni».