Descrizione
Ernst RÖHM
STORIA DI UN TRADITORE
Autobiografia
Pagine: 464
ISBN: 978-88-97691-67-9
Quando nel 1934 Ernst Röhm pubblicò la terza edizione della sua autobiografia, non avrebbe certamente potuto immaginare che, lo stesso anno, proprio il titolo di quest’opera – Storia di un traditore – avrebbe indubbiamente potuto fungere da suo epitaffio, dato che fu proprio l’accusa di alto tradimento mossa dallo stesso Führer che decreterà fatalmente il suo arresto e la sua morte, quella stessa accusa che, dieci anni prima, era stata formulata nei suoi confronti dal Tribunale del Popolo dopo il fallito putsch di Hitler del 7-8 novembre 1923. Un leitmotiv, dunque, o meglio gli estremi dell’anello di una catena che finiscono per saldarsi quale inizio e fine di una vita, di una vita consacrata alla Patria.
Eppure, dopo aver letto quello che può essere definito una sorta di diario, di resoconto scritto di proprio pugno dal futuro Stabschefdella SA, il suo non apparirà certo come uno strano destino, quanto piuttosto ed essenzialmente la conseguenza ultima del suo essere “un soldato” e, in quanto tale, un uomo che “non conosce compromessi”. Ernst Röhm, un fedele e strenuo militante, un “soldato politico” nel senso più vero del termine, con nel cuore e nella mente un sogno: quello di far sì che al combattente del fronte fosse riservato il posto che gli spettava nella società, ovvero di guida dello Stato. Un sogno, dunque, cui nel corso della sua carriera militare, nonché della sua vita, avrebbe indubbiamente dedicato ogni fibra del suo essere; un sogno, condiviso da molti con il medesimo sentire, e che tornerà poi utile ad altri dopo che egli avrà volontariamente combattuto per difendere la patria dal nemico esterno e per salvarla da quello interno, ma che purtroppo s’infrangerà bruscamente dopo il 30 gennaio 1933. Ma questa è un’altra storia.
Quella che Röhm vuole qui invece raccontare è la storia di una Germania in fermento, e questo –come lui stesso afferma nella prima edizione – non soltanto descrivendo “fatti ed eventi nel loro divenire e nei loro esiti”, ma mostrando “nel loro operato gli uomini il cui lavoro ha plasmato gli eventi”.
Partendo dalle ferite corporali sul fronte della Prima guerra mondiale e da quelle spirituali dopo la resa e la conseguente rivoluzione, colui che sarà destinato a divenire il comandante dei Reparti d’assalto accompagnerà il lettore – in un turbinio di Corpi franchi, di leghe e di associazioni, con i loro capi e sottocapi – all’interno dei vari putsch tentati e tutti miseramente falliti. Saranno un Adolf Hitler alle prime armi, un Hermann Göring effervescente come sempre, un Wilhelm Frick operoso come non mai, un Gottfried Feder puntuale e programmatico – per citare solo alcuni tra i tanti personaggi che queste pagine restituiscono alla Storia – che ci sarà permesso di vedere all’opera. I primi passi dello NSDAP, le iniziali difficoltà esterne e le forze centrifughe interne non mancheranno di aggiungere particolari a quel Terzo Reich in divenire di cui Röhm, pur essendosi adoperato come non pochi, assaporerà soltanto l’alba.
Un testo avvincente, dunque, carico di eventi vissuti e di tensioni provate e sperimentate in prima persona da un personaggio dall’indiscussa importanza all’interno del nazionalsocialismo, di un personaggio che, nel narrare di sé, non si affanna alla ricerca di un’ammantata obiettività, ma ci avverte dell’“ira e parzialità” con cui queste pagine sono scritte. Un motivo in più, questo, per ripercorrere con Ernst Röhm venticinque anni di storia tedesca.
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