Descrizione
Edwige THIBAUT
WEWELSBURG
Storia di un nuovo Montsalvat
Thule Italia Editrice, febbraio 2019
Pagine: 486 (con foto a colori e b/n)
ISBN: 978-88-97691-66-2
Tutto quanto il territorio culturale europeo è disseminato di castelli, di cittadelle, di piazzeforti, di fortezze, come altrettanti segni di un determinato stato d’animo. Nelle leggende, i castelli sono i centri di un percorso iniziatico, di una battaglia metafisica. Nella vita, sono delle affermazioni di cultura, di potere, dei luoghi di difesa. In entrambi i casi, essi caratterizzano un particolare genere di uomini: un’aristocrazia guerriera, esigente, che ama mettersi alla prova nelle grandi o nelle piccole guerre sante.
Quando visitò Wewelsburg per la prima volta nel 1933, Heinrich Himmler, capo della SS, fece un sogno singolare: unire queste due visioni in ciò che sarebbe diventato la mecca del suo futuro Ordine militare europeo. Da allora, e per quasi dieci anni, il castello fu restaurato, ripensato, trasformato. Sarà al contempo un luogo di ritiro, di comando, di ricerca culturale e un centro di riflessione identitaria. Si affermerà quale microcosmo di una prodigiosa proiezione metapolitica permeata di maestosità, di mistero e di tremenda ombra.
Ma prima di acquisire questa reputazione politica divenuta particolarmente sulfurea, il castello di Wewelsburg ha avuto un’altra storia. Apparteneva già a un mondo che pullulava di leggende e di epici combattimenti, costellato di siti dalla sacralità che si perde nei tempi. Di conseguenza, per tutti i patrioti tedeschi, la Sassonia-Vestfalia, dove esso si trova, ha svolto il ruolo di emblema di resistenza identitaria. In seguito, dei prìncipi vescovi installeranno qui la loro residenza.
Basandosi su dei documenti inediti e su delle recenti scoperte, questo libro ci racconta sia la sua storia, sia quella dei suoi protagonisti. Ci espone i motivi che hanno presieduto alla sua scelta e decritta l’universo delle influenze e dei simboli che lo impregnano. Ci fa oltrepassare la soglia dell’unica Ordensburgnota della SS, e analizza la natura del lavoro culturale che venne qui effettuato. Così facendo, contribuisce a porre fine ai distorcimenti dei fatti e alle strumentalizzazioni giunti da ogni dove e riporta Wewelsburg nella sua verità originaria: quella di un luogo incantatore.